eccoci qua!

eccoci qua!

domenica 5 giugno 2011

Avvisissimo!!!!

Carissimi,
vi ricordo che domani sera (6 GIUGNO 2011) alle 19:30
ci saranno la cena e la veglia
con ragazzi, genitori, padrini e madrine!!!

Vi aspettiamoooooooooooooo!!!!

sabato 4 giugno 2011

Si cercano GIOVANI!!!!!

Si cercano giovani
Si cercano per la Chiesa giovani,
senza paura del domani,
senza paura dell'oggi.



Si cercano per la Chiesa giovani,
capaci di vivere insieme agli altri,
di lavorare insieme,
di piangere insieme,
di ridere insieme,
di amare insieme,
di sognare insieme.



Si cercano per la Chiesa giovani,
che abbiano nostalgia di Dio,
che abbiano nostalgia della Chiesa,
nostalgia della gente,
nostalgia della povertà di Gesù,
nostalgia dell'obbedienza di Gesù.



Si cercano per la Chiesa giovani,
capaci di vivere per la Chiesa,
giovani capaci di diventare ministri di Cristo,
profeti di Dio,


Si cercano per la Chiesa giovani.

Santi subito?!? Sììììì!!! - Pier Giorgio Frassati

Pier Giorgio Frassati



Pier Giorgio Frassati nacque a Torino il 6 aprile 1901, 
Sabato Santo. Quando, fanciullo, apprese i primi racconti del Vangelo, Pier Giorgio ne restò colpito, a volte in modo così profondo da diventare protagonista di gesti inattesi in un bimbo tanto piccolo. Dopo l’infanzia venne istruito con la sorella privatamente, e successivamente fu avviato alle scuole statali, ma Pier Giorgio in questi primi studi non mostrava molta attenzione, tanto che un anno fu bocciato. Vista la non brillante carriera scolastica, la famiglia lo affidò al salesiano don Cojazzi che oltre ad insegnargli la letteratura lo accosterà alla spiritualità cristiana.
I Frassati erano una delle famiglie più in vista della città, di estrazione alto-borghese. Il padre Alfredo era proprietario del quotidiano «La Stampa», ma Pier Giorgio, che non voleva i soldi di suo padre, aveva dichiarato pubblicamente che la sua eredità l’avrebbe divisa tutta con i poveri. Per essi aveva intrapreso gli studi molto difficili di ingegneria per diventare ingegnere minerario e così potersi dedicare al servizio di Cristo fra i minatori, tra i più derelitti degli operai.
Come membro della Conferenza di S. Vincenzo visitare le famiglie più bisognose per portarvi conforto e aiuto materiale. Vi si recava generalmente al mattino, prima delle lezioni all’Università, oppure nelle uscite serali, carico di pacchi, vincendo con la carità l’umana ripugnanza che si accompagnava al tanfo nauseante di certi tuguri.
Dinamico, volitivo, pieno di vita, Pier Giorgio amava i fiori e la poesia, le scalate in montagna. Spesso raggiungeva a piedi il Santuario della Madonna di Oropa, il grande tempio mariano del Piemonte. Nel ritorno verso casa recitava il Rosario lungo la via, ad alta voce, cantando le Litanie. Pier Giorgio amava anche comporre dei rosari con i semi di una pianta di Pollone, che poi regalava agli amici.
Pier Giorgio, da fervente discepolo di San Domenico, recitava ogni giorno il Rosario, che portava sempre nel taschino della giacca, non esitando a tirarlo fuori in qualsiasi momento per pregare, anche in tram o sul treno, persino per strada. "Il mio testamento - diceva, mostrando la corona del Rosario - lo porto sempre in tasca".
Il 30 giugno 1925 Pier Giorgio accusa degli strani malesseri, emicrania e inappetenza: non è una banale influenza, ma una poliomielite fulminante che lo stronca in soli quattro giorni, il 4 luglio, tra lo sconcerto e il dolore dei suoi familiari e dei tanti amici e conoscenti, a soli 24 anni. Sulla sua scrivania, accanto ai testi universitari, erano aperti l’Ufficio della Madonna e la vita di Santa Caterina da Siena. Nasceva alla vita del Cielo di sabato, giorno mariano, così come anche di sabato, il Sabato Santo di ventiquattro anni prima, era venuto al mondo. È stato beatificato da Giovanni Paolo II il 20 maggio 1990.

 Un giorno ad un amico confidava: 
Dopo l’affetto dei genitori e delle sorelle, uno degli aspetti più belli è quello dell’amicizia; e io ogni giorno dovrei ringraziare Dio perché mi ha dato amici così buoni che formano per me una guida preziosa per tutta la vita. Quando ci troviamo di fronte ad anime così belle non possiamo non riscontrare in esse un segno evidente dell’esistenza di Dio”. 

Santi subito?!? Sììììì!!! - Giovanni Paolo II

Giovanni Paolo II



1. Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di durevole amore!

Giovanni Paolo II, Messaggio per la XVIII Giornata mondiale della pace

2. Non abbiate paura e non stancatevi mai di ricercare le risposte vere alle domande che vi stanno di fronte. Cristo, la verità, vi farà liberi!

Giovanni Paolo II, Messaggio per la XVIII Giornata mondiale della pace

3. Non abbiate paura di proclamare, in ogni circostanza il Vangelo della Croce. Non abbiate paura di andare controcorrente!

Giovanni Paolo II, Omelia4 Aprile 2004

4. Non abbiate paura di aspirare alla santità! Del secolo che volge al suo termine e del nuovo millennio fate un'era di uomini santi!

Giovani Paolo II, Omelia16 giugno 1999

5. Non abbiate paura, perché Gesù è con voi! Non abbiate paura di perdervi: più donerete e più ritroverete voi stessi!

Giovanni Paolo II, Discorso ai giovani di Roma 21 marzo 1997

6. Non abbiate paura di Cristo! Fidatevi di lui fino in fondo! Egli solo "ha parole di vita eterna". Cristo non delude mai!

Giovanni Paolo II, Discorso ai giovani di Poznan 3 Giugno 1997

7. Non abbiate paura di dire "sì" a Gesù e di seguirlo come suoi discepoli. Allora i vostri cuori si riempiranno di gioia e voi diventerete una Beatitudine per il mondo. Ve lo auguro con tutto il mio cuore.
Giovanni Paolo II, Saluto ai giovani 24 Marzo 2000

8. Non abbiate paura di aprire le porte a Cristo! Sì, spalancate le porte a lui! Non abbiate paura!

Giovanni Paolo II, Discorso a Tor Vergata15 Agosto 2000

Santi subito?!? Sììììì!!! - Gianna Beretta Molla

Gianna Beretta Molla



Estremamente limpida, estremamente graziosa. Così appare la dottoressa Gianna Beretta all’ingegnere Pietro Molla nei primi incontri. Si conoscono nel 1954 e si sposano a Magenta il 24 settembre 1955.
Gianna, la penultima degli otto, nata nella casa dei nonni a Magenta, è medico chirurgo nel 1949 e specialista in pediatria nel 1952. Continua però a curare tutti, specialmente chi è vecchio e solo. Medico a 360 gradi. Per lei tutto è dovere, tutto è sacro: "Chi tocca il corpo di un paziente", dice, "tocca il corpo di Cristo". I coniugi vivono la robusta tradizione religiosa familiare (Messa e preghiera quotidiana, vita eucaristica) inserendola felicemente nella modernità. Gianna ama lo sport (sci) e la musica; dipinge, porta a teatro e ai concerti il marito, grande dirigente industriale sempre occupato. Vivono a Ponte Nuovo di Magenta, e lei arricchisce di novità gioiose anche la vita della locale Azione cattolica femminile: i “ritiri” sono momenti di forte interiorità, e lei vi aggiunge occasioni continue di festa: è davvero la collaboratrice della loro gioia.
Nascono i figli: Pierluigi nel 1956, Maria Rita (Mariolina) nel 1957, Laura nel 1959. Settembre 1961, quarta gravidanza, ed ecco la scoperta di un fibroma all’utero, ecco l’ospedale, la gravità sempre più evidente del caso, la prospettiva di rinuncia alla maternità per non morire. E per non lasciare soli tre orfani. Ma Gianna ha la sua gerarchia di valori, che colloca al primo posto il diritto a nascere. E così decide: a prezzo della sua vita e del dolore dei suoi, a dispetto di tutto, Gianna Emanuela nasce, e sua madre può ancora tenerla tra le braccia, prima di morire il 28 aprile 1962. Una morte che è un messaggio luminoso d’amore. Ma ogni giorno della sua esistenza era stato già vissuto da Gianna nella luce. Proclamandola beata in Roma il 24 aprile 1994, Giovanni Paolo II ha voluto esaltare, insieme all’eroismo finale, la sua esistenza intera, l’insegnamento di tutta una vita. Così parla per lei Gianna Emanuela, la figlia nata dal suo sacrificio: "Sento in me la forza e il coraggio di vivere, sento che la vita mi sorride". E vuole rendere onore alla mamma, "dedicando la mia vita alla cura e all’assistenza agli anziani".
E' stata proclamata santa da Giovanni Paolo II il
16 maggio 2004.

Santi subito?!? Sììììì!!! - Alberto Marvelli

Alberto Marvelli



Alberto pregava non solo nella sua cameretta o affidando al diario le sue preghiere, ma pregava in chiesa, pubblicamente, dove tutti potevano vederlo.
 “Al mattino per tempo notavo Alberto inginocchiato, immerso nella preghiera nei primi banchi vicino all’altare”.
“In chiesa egli era un altro: stava davanti al Sacramento dell’Eucarestia esposto, per ore inginocchiato e immobile”.
“Prima di ciascuna adunanza o incontro di azione Cattolica , nella sede diocesana, si faceva l’adorazione in cappella: quando usciva appariva estasiato e infuocato in viso”.
In Alberto preghiera e azione sono modalità diverse di un unico impegno di vita spirituale. Preghiera e azione si fondono nel compimento della volontà di Dio e della comunione con Lui: attraverso la preghiera partecipa all’essere e al progetto di Dio; attraverso l’azione partecipa all’agire di Dio nella storia. Nella vita di Alberto non ci fu frantumazione o discontinuità, ma unità profonda. Nell’agire apostolico, con libertà e generosità, realizza l’unità interiore fra preghiera e azione, sotto la guida dello Spirito Santo.